Lussiana Angelo

Lussiana Angelo

Giaveno (TO)
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Un catalogo in bianco e nero di un grande magazzino di giocattoli: quello il mio internet da bambino. Immagini di aerei, di macchine a vapore, di plastici con i treni, di aquiloni che creavano in me il bisogno. Non potendo soddisfarlo chiedendo ai genitori di acquistarli, non mi restava che farmeli, copiando le immagini, recuperando chiodi ed assi dalle cassette della frutta, lamiera dalle latte del caffè o dalle scatole dei biscotti.
La mia fortuna è sempre stata quella di avere a disposizione grandi spazi, per cui potevo accumulare senza che nessuno facesse “pulizia” di tanto in tanto: è così che, ancor oggi, ho oggetti sacri, conservati ormai da 40-50 anni, che un giorno potrebbero essermi utili.La mia necessità di aggrapparmi a quel che riuscivo a trovare per poter fare mi ha portato a considerare utile tutto: non riesco nemmeno ad immaginare cosa possa essere considerato rifiuto, specie per le parti meccaniche; per me ogni minimo particolare è un’opportunità e spunto per una realizzazione futura, dalla vite alla ruota dentata.L’esercizio del recupero mi ha portato ad attraversare ere differenti di interessi: dai primi esperimenti con terre colorate e oli per creare colori, alla creazione di aerei giocattolo con le canne di bambù ed il motore ad elastico; dalle sculture con i pietroni cavati dallo scavo per la cisterna del gasolio, alle fusioni in piombo, quello delle tubature smantellate dall’antico impianto, e quindi a quelle a cera persa, recuperando la plastilina e ogni mozzicone di candela, realizzate in bronzo grazie alla vicina fonderia; dalle sculture in legno, e poi in ceramica, alle realizzazioni di elettronica iniziate massacrando una vecchia radio valvolare anteguerra. Persino le attività sociali prevedevano il recupero di buona parte dei materiali: abbiamo realizzato il grande gioco del sabato per le estate-ragazzi recuperando e trasformando le scenografie di uno sceneggiato TV; costruito carri di carnevale recuperando ferri arrugginiti da cantiere per le strutture e giornali per la carta pesta del rivestimento.
Quindi un’era dedicata al restauro di mobili antichi, forse la più nobile delle arti del recupero, sino alla scoperta, decenni più tardi, del cartone come materiale da modellazione.Scoperto per caso, realizzando con esso i segnaposti per il pranzo di Natale, da allora, 2012, è vero amore per tale materiale: ho imparato a conoscerlo e a sfruttare le sue contraddizioni, materiale debole e fragile in certe condizioni, indistruttibile e resistente in altre; ad esaltarne la sua morbidezza, nascosta al suo interno tra le onde, e la sua incredibile flessuosità.
Con esso realizzo oggetti della quotidianità: vasi, borsette, valigie, giocattoli, quasi una sfida a quello che si pensa impossibile da realizzare in cartone; il cartone come non te lo aspetti, da contenitore a oggetto da contenere.

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C, Complementi d'arredo, L, Lampade