Licata Stefania

Licata Stefania

Palermo
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Mi chiamo Stefania e vivo nella meravigliosa città di Palermo da quando sono nata.

Dopo aver conseguito la maturità classica e dopo un anno di frequenza alla facoltà di Architettura, ho iniziato il mio corso di studi in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo; è proprio in quegli anni che comincia a nascere in me il desiderio di definire lo spazio e costruire le scene all’interno di esso, ecco che il materiale di recupero diventa parte integrante delle mie idee di scena.

Subito dopo la fine del mio corso di studi in Accademia, ho trovato il completamento della mia formazione nell’arteterapia, una specializzazione che unisce la mia formazione artistica a quella psicologica e pedagogica: finalmente l’arte che si unisce all’interiorità. Grazie a questo nuovo percorso ho iniziato a condurre piccoli laboratori creativi rivolti ad utenti con disabilità e allo stesso tempo ad esplorare il mio immaginario e a creare dei veri e propri momenti di vita quotidiana in miniatura attraverso l’utilizzo di materiale di scarto. In particolare il materiale che preferisco è l’alluminio (lattine di note bevande), che recupero puntualmente dopo un classico momento di pausa. L’alluminio è un materiale interessante da lavorare, nel mio caso posso parlare dei fogli di alluminio che possono essere gentili nei movimenti ma possono essere molto crudeli se usati con impaccio e poca sicurezza; i ritagli di alluminio diventano un momento di riflessione tra me e il rifiuto: la nuova forma che prenderà quel ritaglio che faceva parte di una lattina (quindi un oggetto con una funzione ben precisa), dipende solo da me; dare una forma ad un foglio di alluminio, donargli nuova vita è un attimo di profonda concentrazione; il lato interno della lattina rappresenta la sua parte grigia, la parte protetta e che protegge un qualcosa che ristorerà chi ne usufruirà; la parte esterna della lattina è la parte colorata, quella che verrà marcata da centinaia di impronte che segneranno la sua storia e il suo cammino. Così dall’alluminio, nascono delle figure che a me piace chiamare “personcine” che acquistano una loro personalità, o forse è meglio dire identità in quanto vengono create apposta, proprio come un attore o un’attrice che recita una parte; il più delle volte si presentano agli occhi dello spettatore attraverso la parte grigia. Il palco, la base delle mie piccole miniature è in legno, altro materiale che amo recuperare tramite ritagli e scarti delle falegnamerie. Ri-utilizzo molto spesso anche  i rami degli alberi che vengono eliminati in seguito ad un’opera di potatura e mi hanno molto aiutato a donare quel non so che di poetico anche ad oggetti di per sé astratti; all’alluminio e al legno ho unito in alcuni lavori anche delle miniature in argilla. I colori e le vernici vengono decisi ed adattati solo alla fine di ogni creazione.

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Complementi d'arredo, L